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Immagine del redattorecallme.frost

BUBALESI: da Montenegro a GinLemón

Aggiornamento: 18 set 2019

[written at 21.04.2019]

Sono nell'aereo in basso a sinistra.

Ora come ora sono molto in alto e mannaggia a me mi scappa la pipí.

Da qui sembra davvero tutto troppo raggiungibile, si vedono montagne e oceani, basterebbe puntare il dito e andare giù, sembra. (mi hanno appena offerto un kitkat in aereo)

È stata dura, ma anche no.

Gli amici di una vita si sono rivelati, a modo loro, dei fratelli.

L'ultimo anno passato insieme è stato fantastico e il legarmi più saldamente ad alcuni di loro ha fatto sì che la mia mente li proiettasse avanti nel mio futuro più di quanto già non fossero.

Succede il 19.04.2019, due giorni prima della mia partenza.

Organizziamo di passare l'ultima serata insieme a Venezia.

Nel bel mezzo del viaggio:

Ruzz. "Anna mi daresti i tuoi occhiali?"

A. "Perché?"

Ruzz. "Perché ti dovrei bendare."

Mi sentivo come una bambina, amo le sorprese e sono stati bravi perché non sospettavo nulla di simile.

Dopo un lungo viaggio, solo perché si sono persi quattro volte, arriviamo alla meta.

Ancora bendata sento la voce di Elia

[written at 9.07.2019]

dire che siamo in Friuli. No way.

Mi tolgono la benda.

Attorno a me madre natura,

vestita di notte,

di fronte a me tutto ciò di cui avevo bisogno:

un fuoco e loro attorno che sorseggiando birra cacciano un'urlo.

Ora vorrei fare un flash in avanti, perché i mesi sono passati e perché

[written at 8.07.2019]

ripensavo a quei giorni e a quanto sono stati.

E si, non come, ma quanto.

Perché non sono stati belli e basta, è diminutivo, sono stati pieni, sono stati tanto.

Tanto che mi ha fatto ancor più rendere conto di QUANTO ho.

Ho che posso essere chiusa in una stanza buia e non sentirei alcuna solitudine;

ho che posso essere rapita e non dovrei temere di non essere cercata e ritrovata.

.

.

tanto cosi...


Trovandosi finalmente ritrovandosi.

Abbracci aspettati, desiderati

una bottiglia di birra che non è mai solo una.

Racconti, storie

(sturi)

anche il solo potervi guardare.


L'amicizia scalda, il contesto attiva

un tuffo in piscina vestiti

(non c'importa)

i giochi da bambini

felici.


Mari, acqua e cloro, sangue, alcool

liquidi banali che abbiamo condiviso sino a renderli non più cosi banali.


Tuffandosi e venendo lanciati,

caldo e freddo.


Cadendo rompendosi;

bevendo divertendosi.

Curando ferite,

di tutti i tipi.


Giochi innocenti,

baci sfuggenti,

risate impellenti

e pasta fredda.


Girando,

guidando,

andando,

rompendo, esplorando.

Vivendo momenti che stiamo creando.


Eterni.


Parlando e discutendo;

talvolta non sopportandosi,

ma pur sempre aggrappandosi.


Siamo semplici e maledettamente complicati,

bilanciati e senza un equilibrio,

sicuri e mai decisi.


Passammo insieme giorni interi, convivendo e condividendo, in quei luoghi che ci portano fuori dal mondo e dentro di noi.

Andammo SÙ su una montagna per trovare radici

e su quelle radici

mettemmo le amache.


Ora ditemi, solo a me tutto questo risulta commovente(?)

Probabilmente si.

Ebbene prendetelo, prendete la consapevolezza che per me non siete qualcosa di bello ma qualcosa di TANTO.

Prendete la più profonda ragione di questo ammontare di azioni ed emozioni,

di cose organizzate e improvvisate;

di giornate di scene girate.

Poche volte magari avrò qualcosa di perfetto da dire.

Tutte le volte però, avrò da dire tanto.

Siete,

siete parte

date vita

a tutto il TANTO che ho,

che siamo.

Vi amo.



A.frost.


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